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giovedì 31 dicembre 2015

Gennaio: mese per la promozione del benessere scolastico

Arrivati a metà dell’anno scolastico è importante intervenire sulle difficoltà dei bambini per aiutarli a vivere l’esperienza scolastica in maniera positiva, formativa e costruttiva.

Trascorsi i primi mesi di scuola possiamo già avere un quadro almeno parziale di quali possano essere i punti critici da potenziare per far sì che il percorso intrapreso in questo anno formativo giunga a buon termine a giugno alla conclusione delle lezioni. Non è importante raggiungere obiettivi generalizzati, ad oggi l'apprendimento viene spesso personalizzato e individualizzato a misura del singolo bambino, visto come un individuo unico e non più soltanto come un elemento qualsiasi del gruppo classe. Il traguardo invece deve essere il prorpio possibile sviluppo, secondo le personali attitudini, abilità e disponibilità. Per questo diventa fondamentale conoscere lo stile di apprendimento del bambino e, dove fosse necessario, offrirgli esperienze extra scolastiche di supporto che gli permettano di esprimere a pieno se stesso attraverso le personali potenzialità.

Viverse il proprio sviluppo serenamente allontano il rischio di frustrazioni che minano l'autostima.

In questa ottica di aiuto e sostegno, tutti i mercoledì mattina del mese di gennaio si effettuano presso lo studio Pedagogico Clinico:

- valutazione dello stile di apprendimento

- valutazione e riconoscimento delle difficoltà (ambiti deficitari e potenziamento delle risorse)

- progettazione di percorsi di recupero e potenziamento mirati al disagio

- sportello di ascolto e sostegno per genitori di bambini DSA, BES, iperattivi, con disturbi comportamentali

Nel mese di gennaio gli incontri saranno al prezzo promozionale di 20 euro, per favorire e diffondere la cultura del benessere a scuola.

Per info e prenotazioni:

Dott.ssa Celenia Ciampa

Studio Pedagogico Clinico
Presso Istituto Sant'Andrea
Via Pievano Rolando, 8 50053 Empoli (FI)
Tel: 0571 537064

Mail: celenia.cia@libero.it

giovedì 17 dicembre 2015

Il ruolo dell'insegnante

Ultimamente si sente molto parlare di ciò che un insegnante dovrebbe fare, di ciò che dovrebbe essere, di quello che gli viene richiesto dalla società odierna, di tutto ciò di cui avrebbe bisogno per svolgere al meglio il suo lavoro. L'attenzione è puntata sulla scuola sia a livello teorico- pedagogico che a livello legale. E' un ambiente in cui i cambiamenti -anche radicali- sono all'ordine del giorno. Tanto movimento è positivo nella misura in cui il sistema scolastico cerca di mettersi in ascolto dei bambini di oggi, aggiornandosi e rispondendo a necessità sempre nuove. Ma ci sono anche aspetti negativi: la corsa per stare "al passo con i tempi" o al passo con realtà diverse dalle nostra non lascia spazio alla riflessione, la progettazione diventa frettolosa e sommaria, i cambiamenti non possono venir ponderati come dovrebbero perchè non c'è il tempo necessario. I nonni della mia generazione solevano dire "presto e bene non stanno insieme" e la saggezza popolare si rivela spesso ricca di insegnamenti semplici quanto dimenticati.

Io credo che la scuola dovrebbe smettere di correre. Fermarsi, interrogarsi profondamente sui propri processi, valorizzare quello che va bene e funziona, modificare quello che invece non è più funzionale all'apprendimento. E' dannoso agire pensando che tutto debba essere cambiato, in quanto non si hanno più punti dai quali partire e rischiamo di perderci.

Un esempio è il neonato organico di potenziamento: buoni propositi sulla carta che non hanno avuto il tempo materiale di essere aggiustati e realizzati nella pratica. Tanti docenti appena assunti per potenziare l'offerta formativa (frase importante e significativa) si trovano invece a fare supplenze saltuarie.... o addirittura a girare per le scuole senza nessuna mansione.

Prendiamoci il tempo per riflettere e per migliorare davvero!
L'insegnante è una figura fondamentale per la crescita del bambino e del ragazzo: deve fornirgli gli strumenti per realizzare i propri sogni, aiutando a pensare oltre il proprio potenziale, tendendo al miglioramento di sè.

L'apprendimento migliora significativamente quando l'insegnante è appassionato da ciò che insegna ed dall'insegnamento stesso, quando usa un linguaggio positivo, quando riesce a realizzare un ambiente positivo in cui si possono fare errori senza ti
more.

Quali sono quindi i cardini alla base di un buon insegnante?

- La comprensione del proprio ruolo

- La passione per il proprio lavoro

- L'entusiasmo per la materia insegnata e per il gruppo di studenti

- Competenze comunicative e personali

- Resialiance ( non abbattersi davanti alle difficoltà)


mercoledì 16 dicembre 2015

Perchè uno sportello pedagogico a scuola?


Il colloquio pedagogico clinico ha come obiettivo quello di guidare la persona (insegnante o genitore) nella riflessione volta a ristabilire l’equilibrio in situazioni di difficoltà. 

Un sostegno per organizzare una didattica inclusiva, per affiancare il figlio in momenti complessi della crescita, per affrontare disagi e sofferenze che hanno origine nell’ambiente scolastico o nel processo di apprendimento, per risollevare da stati di insicurezza e scarsa autostima, per superare momenti di forte stress. 

Il vero apprendimento avviene soltanto se il bambino ha un background di equilibrio psico-fisico e vive l’esperienza scolastica serenamente, con interesse e curiosità nella scoperta di nuove competenze e potenzialità. 

Compito di tutti coloro che lo accompagnano in questo percorso è dargli una concreta possibilità di sviluppo, basata sul benessere e sulla fiducia nelle proprie possibilità. E’ fondamentale perciò valorizzare i punti di forza e non focalizzarsi solo sul problema, sulla diagnosi o sulla “classificazione”. Ogni bambino è una persona complessa che necessita di ascolto e di tutta la nostra attenzione.

Non ci sono "regole" da seguire o indicazioni che possano essere universalmente valide. Ogni persona ha i propri bisogni, le proprie necessità: il pedagogista è un sostegno nella riflessione, perchè ognuno possa autonomamente trovare la propria risposta, la scelta giusta per se stesso, per i propri figli, per i propri alunni.

 

domenica 13 dicembre 2015

ADHD (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder) - Indicazioni pratiche

Dal mio seminario tenutosi presso la Biblioteca Vallesiana di Castelfiorentino il 3 dicembre 2015 (primo del ciclo "La cultura del benessere a scuola").

Che cos'è l'ADHD? (Sigla italiana Ddai)
In breve:

Disturbo caratterizzato da difficoltà
  •  nel mantenere la propria attenzione a lungo su un compito
  • nel controllare l’impulso ad agire
  • nel regolare il livello della propria attività
  • si manifesta in diversi contesti
  • determina una significativa compromissione funzionale.

Indicazioni pratiche per i genitori


  • ·        Agire e non predicare
  • ·        Essere diretti chiari e specifici
  • ·        Essere brevi
  • ·        Stabilire regole chiare, semplici (“condivise”)
  • ·        Essere coerenti con le regole e relative conseguenze positive e negative
  • ·       Gratificare spesso il bambino senza posticipare troppo: è importante essere veloci! (elogiare molto, anche gratificazioni fisiche)
  • ·        E’ molto più importante la rapidità con cui viene dato il premio piuttosto che l’entità
A proposito di gratificazione:
·        Individuare azioni positive da gratificare più che negative da punire
·        Definire chiaramente l’azione oggetto di gratificazione
·        Scegliere obiettivi raggiungibili
·        Non usare forme di falsa gratificazione
·        Gratificare in modo coerente la stessa azione ogni volta che compare
·        Gratificare immediatamente
·        Scegliere con cura il tipo di gratificazione
·        Non gratificare azioni negative

Indicazioni pratiche per insegnanti


  • ·        Strutturazione dell’ambiente: determinare il numero e la posizione degli alunni problematici in classe
  • ·        Fare lezioni ben strutturate e differenziate
  • ·        Rafforzare un rapporto positivo con il bambino
  • ·        Istruzioni semplici e brevi
  • ·        Fare ripetere le istruzioni
  • ·        Stabilire regole chiare, semplici, condivise
  • ·        Pause frequenti e concordate (valore sociale)
  • ·        Frequenti interazioni (verbali, visive e fisiche)
  • ·        Accorciare i tempi di lavoro
  • ·        Gratificare spesso il bambino senza posticipare
  • ·        Utilizzo dell’orologio
  • ·        Uso del diario per i compiti
  • ·        Essere coerenti con le regole e le relative punizioni
  • ·        Usare premi e sanzioni
  • ·        Restare in stretto contatto con i genitori del bambino
  • ·        Osservare (emozione-comportamento)
  • ·        Non generalizzare/ non catastrofizzare
  • ·        E’ utile informare il ragazzo su come sta lavorando e come si sta comportando
  • ·        Non creare situazioni di competizione durante lo svolgimento dei compiti
  • ·        Enfatizzare i lati positivi del comportamento del bambino (es. la creatività, l’affettuosità, la generosità..)
  • ·        Cambiare spesso le attività
  • ·        Fornire spiegazioni rapide (il tempo scorre molto in fretta)
  • ·        Mai togliere l’intervallo
  • ·        Spiegare, con esempi, quali sono i comportamenti positivi e quelli inappropriati
  • ·        Rinforzare sempre le condotte costruttive e positive
  • ·        Utilizzare le normali sanzioni in uso nella scuola, ma senza eccedere poiché questo non sortisce effetti positivi

Le sanzioni:
Le sanzioni non sono punizioni; rappresentano lo strumento educativo per far rispettare le regole, farle introiettare, costruire confini e favorire il contenimento. Per questo motivo:
-   La sanzione va fatta capire;
- Se è promessa, va sempre mantenuta;
- È opportuno ricordare ciclicamente le norme di comportamento.

Per favorire l’attenzione:
·        Per evitare i frequenti sentimenti di noia, nella comunicazione è opportuno mantenere un tono della voce alto e variare il ritmo; nella presentazione delle unità didattiche presentare formati diversi (parole, suoni, immagini….)
·        Strutturare la giornata in maniera chiara ed organizzata (eventualmente creare un cartellone che indica le attività da svolgere, l’orario della giornata ed i materiali necessari)
·        Alternare momenti di apprendimento “a tavolino” con attività che coinvolgano maggiormente il corpo.

Per favorire la motivazione:
·        Ricordare con una certa continuità gli obiettivi dell’attività che si sta svolgendo
·        Informare l’alunno su come sta lavorando, non focalizzandosi sul tempo di esecuzione dei compiti, ma valorizzando la qualità del lavoro svolto
·        Utilizzare i punti forti ed eludere il più possibile i lati deboli del bambino
·        Evidenziare le caratteristiche positive del bambino
·        Evitare competizioni e giudizi
·        Favorire la collaborazione

Per favorire la socializzazione:
Proporre attività in piccoli gruppi o per l’intera classe, atte a sviluppare la disponibilità e le abilità nella relazione fisica ed empatica.

Bisogni Educativi Speciali - Strategie e letture



Quali strategie adottare?

Le metodologie e le strategie didattiche devono essere volte a:


  • ridurre al minimo i modi tradizionali “di fare scuola” (lezione frontale, completamento di schede che richiedono ripetizione di nozioni o applicazioni di regole memorizzate, successione di spiegazione-studio interrogazioni ...)
  • sfruttare i punti di forza di ciascun alunno, adattando i compiti agli stili di apprendimento degli studenti e dando varietà e opzioni nei materiali e nelle strategie di insegnamento
  • utilizzare mediatori didattici diversificati (mappe, schemi, immagini, ecc.)
  • collegare i nuovi apprendimenti alle esperienze e alle conoscenze pregresse degli studenti
  • favorire l’utilizziazione immediata e sistematica delle conoscenze e abilità, mediante attività di tipo laboratoriale
  • sollecitare la rappresentazione di idee sotto forma di mappe da utilizzare come facilitatori procedurali nella produzione di un compito
  •   far leva sulla motivazione ad apprendere

 Bibliografia di riferimento (tutti i libri di seguito indicati sono presenti nelle biblioteche della rete Reanet, del circondario empolese-valdelsa)


·         “Alunni con BES - Bisogni Educativi Speciali : indicazioni operative per promuovere l'inclusione scolastica sulla base della DM 27/12/2012 e della CM n. 8, 6/3/2013”, Dario Ianes e Sofia Cramerotti (a cura di).
Biblioteca di Castelfiorentino

·         “Cosa sapere su tuo figlio con bisogni educativi speciali”  Pamela Bartram.
Biblioteca di Santa Croce Sull’Arno

·         “L'apprendimento difficile : la percezione dei disturbi e delle difficoltà a scuola : indagine pilota nella scuola primaria e secondaria di 1° grado”,  a cura di Daniela Lucangeli
Biblioteca di Montaione

·         “Le difficoltà di apprendimento a scuola”, Cornoldi Cesare
Biblioteche di Castelfiorentino, Empoli e Fucecchio

·         “Attesi imprevisti : uno sguardo ritrovato su difficoltà di insegnamento/apprendimento e diversità delle intelligenze a scuola” Perticari  Paolo
Biblioteca di Empoli

·         “Bambini in difficoltà nella famiglia e nella scuola”,  Gioberti  Rina .
Biblioteca di Certaldo