<< L’aggettivo
“clinico” non è da intendersi nella sua accezione medica, ma definisce la
finalità educativa come azione umana di aiuto all’individuo o al gruppo. Questo
specialista opera in linea con un progetto di trasformazione della società e
valorizzazione di ogni singola persona; con la sua professionalità ormai
ampiamente consolidata, lotta costantemente contro le carenze educative,
l’ignoranza, l’insicurezza, difendendo ogni soggetto, sollecitando la
progressione della collettività e muovendo verso un futuro di speranza (Pesci
G., 2004b).
Per
provvedere a ciò, il Pedagogista Clinico rivolge il suo impegno non alla
“patologia”, e perciò al “malato”, ma alla persona che vive con disagio le
caratterizzazioni evolutive e non patologiche derivate dai cambiamenti
riscontrati nel corso dell’esistenza. Anziché adattarsi alle “carenze” del
soggetto attuando un intervento fondato sul concetto di “insufficienza”, il
pedagogista clinico conduce un recupero che parte dalle potenzialità del
soggetto stesso: per aiutarlo proficuamente, lo specialista dà significato alle
reazioni della sua personalità, a quell’insieme di forze e di spinte a cui
quotidianamente questi è sottoposto, in modo tale da promuovere il superamento
degli stati di difficoltà o disagio. Alla persona viene assicurata la
possibilità di sviluppare e affinare tutte le proprie abilità e capacità
potenziali; essa viene considerata nella sua globalità, come un’unità
complessa, ricca di risorse interiori e che, per conseguire nuovi equilibri,
necessita di un intervento clinico. Il progetto di recupero non trascura i
turbamenti provocati dalle suddette difficoltà, ma allo stesso tempo realizza
un’educazione strategica, egodinamica, polieducativa e olistica (Pesci G., Mani
M., a cura di, 2007).
Lo
specialista concretizza il suo intervento adottando metodologie capaci di
favorire un’equilibrata evoluzione socio-relazionale e psico-affettiva e
agevolare la formazione di una personalità forte che sostituisca le impressioni
sconnesse, le preoccupazioni e i disagi intimi.
Questa
figura professionale non si distingue dagli altri specialisti esclusivamente
per la quantità e varietà di metodi adottati, ma anche per la specialità
dell’approccio al soggetto, in quanto presenta un modo diverso di rapportarsi
all’individuo e alla società intera. Il pedagogista clinico volge al progresso
dell’uomo, si propone con incisività contro ogni conformismo e s’impegna
professionalmente per contrastare la sanitarizzazione della società. L’idea chiave per una politica nuova è la
prevenzione realizzata per mezzo di una pedagogia clinica legata ad un progetto
di valorizzazione del singolo uomo e tendente a ridurre i bisogni sanitari per
agevolare il recupero delle energie vitali e lo svecchiamento globale ( Pesci
S. e coll., 2009).
E’
questa un’identità professionale nata dai bisogni della società di oggi: le
persone sono oberate da troppi consigli, troppe guide da seguire, dimentiche
che nessuno tranne loro stesse può sapere quale sia la giusta strada da intraprendere.
L’uomo attuale non ha bisogno di risposte, ma di mettersi in ascolto di sé, di
ritrovare le proprie forze ergiche e di sviluppare una rinnovata fiducia nelle
proprie potenzialità. >>
Tratto dalla mia tesi in Pedagogia Clinica "Transizioni - dalla difficoltà al cambiamento"