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giovedì 17 settembre 2015

Educazione naturale



Il corredo genetico è solo una piccola parte dell’enorme patrimonio che i genitori donano ai figli. L’educazione si forma soprattutto attraverso le azioni e l’esempio: la famiglia inizia a “raggranellare” il corredo sociale e comportamentale per i figli molto prima che essi arrivino. Esperienze, valori, tradizioni: tutto quello che forma la quotidianità e la serenità della coppia sarà poi proposto al bambino, per loro soggetto da amare al quale regalare ciò che si possiede di più prezioso: la propria cultura

Con questo non sarebbe d’accordo Rousseau; alla base della sua concezione pedagogica troviamo la forte opposizione tra natura e cultura: allo stato di natura l'uomo vive in una condizione di uguaglianza e libertà, nella società e con la cultura si trova costretto tra imposizioni e disuguaglianza. Sulla base di queste premesse l'autore postula che l'educazione debba necessariamente essere naturale, ovvero deve consistere nell'insieme delle facoltà umane e intellettive proprie dello stato originario dell'uomo, le quali vengono sistematicamente corrotte nella società contemporanea da civiltà e cultura. Ma una mediazione è necessaria, soprattutto ai giorni nostri, dopo che molti studiosi (da Ariès fino a Freud e seguenti) hanno riconosciuto l’enorme importanza dell’infanzia e lo status sociale di bambino

Ogni genitore sviluppa un naturale istinto su cosa sia importante per il proprio figlio, istinto che gli permetterà di comprendere i suoi bisogni, le richieste ancora prima che sopraggiunga la parola, i limiti che gli sono necessari; la società – a volte appoggiandosi alla ricerca, altre soltanto sulle dicerie- è entrata nel nucleo familiare, dispensando consigli generali che male si adattano ad ogni singola persona, possono essere risolutivi in una situazione ma inutili con altri soggetti protagonisti. 

L’intervento pedagogico ad personam invece può accompagnare con grande efficacia la famiglia che si trovi in uno stato di difficoltà. Stimola la riflessione su quali significati possano avere i campanelli di allarme che possono essersi accesi all’interno della quotidianità familiare, dando ascolto ai più piccoli per dar voce alle loro richieste e comprendere necessità sottovalutate.

L’educazione nasce naturale, ma il percorso talvolta può subire deviazioni o traumi che facciano deragliare l’istinto insito nel genitore. Ferite collezionate durante la propria formazione fanno sì che l’adulto desideri rimediare comportandosi col proprio figlio in maniera opposta, oppure in mancanza di consapevolezza potrebbe riproporre il modello disfunzionale dando nuovo respiro ad un problema ancora irrisolto. La riflessione, il mettersi in discussione e quindi in gioco, in cerca di miglioramento, possono forzare in un primo momento la naturalità del rapporto ma in maniera positiva, alla ricerca di nuove strategie educative da costruire insieme all’interno della coppia che poi sboccia nell’intero nucleo familiare per una ritrovata serenità.

Una naturalità dell’educare quindi da ritrovare, riscoprire, in aggiustamento ed evoluzione continui.

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