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domenica 10 gennaio 2016

Bebè e manuali

Durante la gravidanza, per ingannare il tempo nei noiosi periodi da trascorrere a casa, ho letto alcuni manuali di puericultura e psicologia pre e post parto. Non ne ho finito quasi nessuno perchè in questo genere di libri credo poco: utili quando danno informazioni oggettive (ad esempio lo sviluppo del feto nelle varie settimane di gestazione), troppo "rigidi" quando descrivono le strade quasi obbligate da prendere una volta che il bimbo è nato.

Avendone sbirciati diversi mi sono fatta un'idea su quanto si trovi in giro a questo proposito. Fra tutti ce ne sono due che mi hanno favorevolmente colpita. Il primo, per le mamme ancora in attesa, è "Il bambino non è un elettrodomestico", di Giuliana Mieli.

La descrizione tratta da macrolibrarsi.it :

"Non c'è un manuale per la corretta educazione di un figlio. Non si può "impostare il programma" come si fa con un elettrodomestico e lasciarlo alla sua crescita naturale. Un bambino va seguito giorno per giorno, con attenzione continua e disponibilità al cambiamento. Siamo però una società che ignora e trascura gli affetti. A partire da questa constatazione l'autrice, in una narrazione ironica e aneddotica ma insieme di grande rigore intellettuale, descrive le tappe della maturazione affettiva dell'individuo e propone una riflessione sull'origine di una disattenzione filosofica e scientifica che può avere conseguenze gravi per il futuro della nostra società.
La risposta ai bisogni affettivi di base è infatti una condizione biologica ineludibile per la sopravvivenza della specie: l'averlo trascurato si riflette non solo nella sofferenza psichica dilagante ma anche nelle difficoltà che sempre di più accompagnano la maternità."

Mi è piaciuto molto perchè non la pretesa nè di guidare i comportamenti nè di insegnare niente. E' "semplicemente" una riflessione su come non esistano (appunto!) manuali che possiamo seguire alla lettera per crescere un bimbo, ma solo affetto e attenzioni guidate dall'istinto, dal sapere personale, dal rapporto che si crea col bimbo stesso. Ampio spazio viene dato alla descrizione delle emozioni in cui molte mamme potranno ritrovarsi.


Il secondo è invece un libro che ha molte pretese manualistiche. Non è un solo libro, ma due volumi. "Il linguaggio segreto dei neonati" e "Il linguagigio segreto dei bambini" (da 1 a 3 anni) di Tracy Hogg. Queste sono vere e proprie guide. L'autrice, un'infermiera che dopo aver lavorato nell'ambito della disabilità, ha avuto numerosissime esperienze di puericultrice, condivide le sue conoscenze acquisite sul campo ragguppandole in metodologie chiare e precise. Ma ricorda costantemente che non esistono libri di istruzioni o regole universalmente valide, che ogni strategia va calata nel proprio contesto. Mi sono piaciuti questi libri perchè sono ricchi di tattiche pratiche. Poco flessibili, è vero, ma credo che una lettura critica che mira a prendere quello che può servire e lasciare il resto possa rivelarsi davvero molto utile. Tracy Hogg suggerisce continuamente e soprattutto di ossservare e ascoltare il proprio figlio. Non credo ci possa essere suggerimento migliore.

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