Alcuni di loro soffrono di un disturbo classificato come "oppostivo- provocatorio". Altri, più seplicemente, non hanno la giusta percezione dei propri limiti o richiedono la loro dose di attenzione (ovvero affetto) in una maniera controproducente.
Qualunque di questi sia il problema alla base (specialmente a scuola, non sempre è possibile risalire alle origini di un comportamento, nei casi in cui la famiglia non collabori attivamente alla sua risoluzione), ci sono strategie ed atteggiamenti che possono aiutare questi bambini a sentirsi maggiormente a proprio agio. Ricordiamo che espressioni di questo tipo sono sempre esternazioni di malessere.
COSA FARE :
- Concordare e far rispettare poche regole chiare che tutti
dovranno osservare in casa o a scuola, evitando la forma negativa (es.:
“Parlare a voce bassa” invece di “Non gridare”);

- Scegliere le punizioni (comunque mai fisiche) solo per
comportamenti molto gravi (esplicito danno verbale o fisico agli altri);
- Preferire sempre la perdita di un privilegio (es. uscire o
usare il pc) alla punizione (es. fare qualcosa di spiacevole);
- Ignorare le “esibizioni” del bambino, ossia rimuovere il
rinforzo derivante dall'attenzione degli “Spettatori”;
- Spiegare al bambino le motivazioni che rendono inadeguato
il suo comportamento, senza formulare giudizi sulla sua persona, umiliandolo,
perché è la cosa che ha fatto ad essere sbagliata,
non lui (Per non gravare sulla sua già bassa autostima) e suggerire modalità alternative indicandone i vantaggi;
- Individuare e agire sugli antecedenti del comportamento
problematico (attenuare o modificare l’esposizione alle situazioni che
normalmente conducono a comportamenti oppositivi).
Insomma, in sintesi, ogni comunicazione (Regole, comandi,
rimproveri) deve essere data nel modo più possibile diretto.
Avere limiti chiari e precisi aumenta l'autostima in quanto danno sicurezza.
(Fonte: DSM IV, Laura Dominijanni, L'arcobaleno
dell'animaOnlus.)
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