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martedì 14 marzo 2017

Ti "ascolto" con una storia



 <<L’immaginazione umana è talmente estesa, talmente forte e tenace da assumere forme proprie e diventare reale: condivisibile e immortale. La realtà tale e quale come si presenta, a noi uomini non è mai bastata. Prima di iniziare a studiare la natura e tutto ciò che ci circonda abbiamo cercato di immaginare i perché, abbiamo spiegato con la fantasia ampliando lo spettro delle possibilità, creando strade nuove. L’evoluzione inizia da un pensiero.
Procedendo nella storia umana, è nata secondogenita alla necessità di spiegare, quella di ricordare. Tramandare quello che era stato appreso, per rendere l’esistenza più semplice e poter così progredire con scoperte nuove, con idee di volta in volta rivoluzionarie. Per andare avanti bisogna in qualche modo rompere col passato, creare una frattura che permetta di vedere oltre… e cominciare a immaginare di nuovo. >>
(Tratto da un mio articolo scritto per un corso di perfezionamento sulla lettura per l'infanzia, 2012)
 

Credo fermamente nel potere terapeutico che contiene in sè il semplice gesto di ascoltare ( o leggere) una storia. Terminata l'università ho seguito tre corsi di perfezionamento riguardo la lettura per ragazzi, ho approfondito leggendo le opinioni di tanti ricercatori diversi. Io e la lettura siamo sempre andate a braccetto, da quando sono nata. Da piccola non ero una grande lettrice, ma una grandissima ascoltatrice di storie. Ho avuto la grandissima fortuna di avere accanto chi mi leggesse fiabe su fiabe, libri, storie, racconti.... sia da bambini che da grandi, magari in trasposizioni che io potessi comprendere.

Avendo vissuto in prima persona cosa significhi crescere immersa non in uno, ma in mille mondi differenti, ho la certezza che l'ascolto e la lettura di storie abbia un grande e importane potere su di noi.

Scegliere una storia per un bambino, quella storia che sembra scritta proprio per lui (ognuno ne ha una... e anche di più), non signfica soltanto dedicargli del tempo, il che non sarebbe poco. Vuol dire ascoltarlo. Perchè? Perchè attraverso parole di altri, attraverso la realtà trasfigurata nella storia
di altri, gli comunichiamo: "ecco, le cose stanno proprio così, ho capito perchè sono stato attento ai tuoi segnali ed ho ascoltato tutto quello che ogni giorno cerchi di comunicarmi." Grazie ad un racconto, magari seplicissimo (sono i più belli!) qualsiasi tema può essere affrontato. Non c'è niente di così spinoso o complicato di cui non si possa parlare, se abbiamo "in valigia" le giuste parole e le giuste illustrazioni. 

Per cui, il mio appello a tutti gli educatori (insegnanti, genitori, ecc) è: leggete ai vostri bimbi! Non smettete di cercare, si spulciare le biblioteche, di inforcare gli occhiali alla volta di quel libro che parla proprio di questa situazione che vi angustia e, da adulti un pò distratti, non sapete come affrontare. Leggete! All'inizio i bambini magari avranno poca voglia di ascoltare, saranno sorpresi o annoiati. Ma poi si accorgeranno che state parlando proprio di loro; che state offrendo loto uno specchio; che li state ascoltando.

Martedì 21 marzo presso la biblioteca di Castelfiorentino (FI) affronterò i temi DSA, BES e ADHD dal punto di vista delle storie e delle loro narrazione. Mettetevi comodi!



« Andrà lontano? Farà fortuna? Raddrizzerà tutte le cose storte di questo mondo? Noi non lo sappiamo, perché egli sta ancora marciando con il coraggio e la decisione del primo giorno. Possiamo solo augurargli, di tutto cuore: - Buon viaggio! »
(Gianni Rodari, Il giovane gambero, da "Favole al telefono")

sabato 14 gennaio 2017

Strategie in classe per una didattica a misura di tutti

Da quando sono state rese note le leggi a proposito di DSA (107/2010) e di BES (Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012), è chiaro per ogni insegnante che in nessuna classe non è presente almeno un bambino con bisogni educativi speciali... anzi, spesso questi bambini sono un buon numero. Le difficoltà per progettare una didattica davvero inclusiva sono tante: partendo dalle caratteristiche del singolo, è necessario adattare tutto il processo educativo, l'organizzazione delle tempistiche e degli spazi, in modo che tutta la classe ne abbia giovamento.

Sono tematiche ancora molto giovani, i materiali da leggere o i corsi in proposito sono davvero tanti, ma nella pratica quotidiana rimane complesso districarsi fra indicazioni e consigli multipli, che mai vanno bene così come sono, ma vanno sempre calati nel proprio particolare contesto.

Senza nessuna pretesa di essere esaustiva (sull'argomento credo sia quasi impossibile!) vorrei condividere con voi alcune strategie che ho messo in atto quest'anno, in una classe seconda primaria, dove le necessità sono tante e molto diversificate fra loro. Magari qualche spunto potrà risultarvi utile!


 RITMI DIVERSI

I bambini lavorano con tempi molto diversi fra loro: quando si trovano alle prese con esercizi di matematica da eseguire singolarmente, qualcuno termina il lavoro dopo due minuti, altri hanno bisogno almeno di mezz'ora. Per dare ulteriori occasioni a chi necessita di meno tempo, ho preparato due buste, una contenenti esercizi facili, una invece con lavori più difficili (le ho denominate in inglese per dare uno stimolo in più. Easy : facile. Hard: difficile). I bambini autonomamente possono pescare dalla busta che preferiscono, giudicando da soli il loro livello... oppure scegliendo semplicemente in base a quello che hanno voglia di fare. Ho scelto di mettere esercizi molto simili a giochi più che a quelli proposti dal libro, così che la motivazione sia ad un livello maggiore.


CARTELLONI INTERATTIVI

Una strategia per supportare i bambini con bisogni educativi speciali nell'apprendimento, è rendere l'oggetto dello studio il più "visibile"possibile. Per questo, da sempre, i cartelloni in classe sono un ottimo supporto didattico. Per renderli maggiormente interessanti, ho pensato di realizzarne alcuni con i quali i bambini potessero interagire in qualche modo. Abbiamo affrontato l'argomento "problemi" a matematica: per imparare il procedimento da attuare ogni volta, ho creato un cartellone con una finestrella per ogni passaggio, alzandole i bambini trovano la spiegazione di ciò che devono fare arrivati a quel punto.  E' più divertente che guardare una semplice scheda!
Invece, a proposito del tempo atmosferico in lingua inglese, ho fatto un calendario da aggiornare quotidianamente con cartellini che si attaccano e staccano grazie allo "strap" (non so se sia il suo vero nome!) preso in merceria. Ogni giorno devono mettere il cartellino corrispondente al giorno della settimana, che tempo fa (What's the weather like?) e la temperatura. 
 LA SCATOLINA DELLE SODDISFAZIONI

Per i bambini più vivaci, che faticano molto a lavorare ed a prestare attenzione, è possibile realizzare una scatolina delle soddisfazioni, dove inserire un cartellino ogni volta che il bambino impara qualcosa di nuovo... così da avere una collezione chiara e visibile dei propri successi! Ancora meglio se il bambino decora la scatolina da solo ed apporta, se vuole, modifiche personalizzate (nel mio caso, ha deciso di fare una fessura sopra per inserire le schede senza aprirla).





venerdì 16 settembre 2016

Tempo di inserimenti

I primi giorni di scuola sono un momento molto emozionante e carico di aspettative, sorprese, significati per tutti colore che hanno dei figli (ed anche per gli insegnanti, ma ne parleremo un'altra volta!). Ma il periodo è particolarmente delicato per le mamme e i papà dei più piccoletti, che si trovano alle prese con l'inserimento al nido oppure alla scuola dell'infanzia.


Che cos'è l'inserimento?

E' un periodo, di solito della durata di una settimana, durante il quale un genitore condivide col suo bimbo del tempo al nido o all'asilo. Il primo giorno resta con lui tutta la mattina, poi la sua compagnia va a scalare, fino a lasciarlo da solo, come sarà per il corso di tutto l'anno scolastico.

E' un'occasione fondamentale per l'ingresso del bambino nel mondo dei grandi. La presenza e vicinanza del genitore fanno da ponte ad una realtà nuova, stimolante, ricca ed anche un pò spaventosa... perchè prima era uno (o poco più) adesso sono in tanti e sconosciuti.

Piacerebbe ad ogni genitore lasciare il proprio bimbo col sorriso sulle labbra... ed è un traguardo a cui si arriva, ma spesso purtroppo c'è da passare prima dalla porta delle lacrimone inconsolabili. Quando questo accade, il genitore teme di aver sbagliato o di star facendo la cosa più sbagliata del mondo, o che quella scuola in particolare non sia adatta. Nella grande maggioranza dei casi (le eccezioni ci sono sempre), non è così. E' solo un drago da affrontare con la consapevolezza che sarà dura ma riusciremo a sconfiggerlo.

Ogni genitore si chiede: cosa posso fare per facilitare le cose? La risposta "giusta" è: farti vedere sereno e tranquillo, sicuro di quello che fai, così che il bambino sappia di poter stare sicuro a sua volta.

Il problema dei manuali di pedagogia e puericultura è che sono scritti per i bambini in generale.. ma di bambini generali non ce n'è neppure uno! Ognuno è unico e irripetibile. Quindi cosa fare? Ascoltare se stessi, ascoltare il bambino.

Come esempio, porto la mia esperienza personale di mamma, non di pedagogista. Invece di farmi vedere serena e sicura di me, non lo ero affatto, oggi ho aspettato 40 minuti prima di lasciare il mio bimbo al nido, rassicurandolo e tenendolo in braccio. Ha pianto pochissimo dopo che sono andata via ed è stato sereno. Forse, oggi, era questo di cui aveva bisogno.

Piccoli accorgimenti

- Non è possibile fingere emozioni che non si hanno, ma è possibile controllare le parole. E' meglio evitare di raccontare davanti al bambino che oggi è andata malissimo, che ha pianto, ecc. Parliamo della scuola solo in termini positivi, ad esempio "ripassando" i nomi dei nuovi amici.

- Ricordiamo che i bambini avanzano a volte con passi da formiva, a volte con passi da elefante, altre ancora fanno il granchio. Ed è tutto nella norma, è lo sviluppo

- "Sfruttiamo" il più possibile le insegnanti: poniamo dubbi, domande, confidiamo le paure ed elaboriamo insieme strategie che possano far sentire a suo agio il bimbo il prima possibile. Un buon rapporto con le maestre ed educatrici è il primo passo, sempre, quando si parla di scuola.

domenica 11 settembre 2016

GIVEAWAY - corrispondenza

Ciao a tutti e bentornati dalle vacanze!

Io trovo che settembre sia il vero inizio di un nuovo anno, molto più di quanto lo sia gennaio. Ci stiracchiamo tornati da luoghi vicini o lontani, riprendiamo in mano il fondotinta perchè la tintarella sta per andarsene, spolveriamo le tazze da tè. La vita riparte, fuori e dentro di noi. E' il mese dei nuovi inizi, delle vecchie abitudini, delle promesse e dei desideri. Si ricomincia da qui, da oggi.

Per ripartire con le attività del blog ho pensato di indire un GIVEAWAY che ha come oggetto un'abitudine decisamente vintage: la corrispondenza.

Oggi è tutto veloce e immediato: smartphone e tablet ci fanno saltare i nervi se, per difficoltà di connessione, ci fanno attendere pochi secondi in più per raggiungere contenuti desiderati. Comunichiamo per immagini, condividendo istanti ed emozioni che non durino più di un click. Non voglio dire che tutto questo sia negativo: siamo noi oggi, è la realtà con la quale conviviamo. Perchè però non lasciarci aperte anche altre strade, altre possibilità? Fare esperienze variegate è sempre un arricchimento: non oziamo su un solo punto di vista!

Per questo vi propongo un qualcosa che risulta sicuramente obsoleto. Cosa potremmo guadagnarci a scrivere una lettera, oggi? 

- Guardando agli aspetti pratici: scrivere migliora la coordinazione manuale fine, allena l'occhio nell'inseguimento della penna favorendo anche la lettura. Scrivere a mano richiede maggiore riflessione rispetto ad una tastiera in quanto il pensiero viene trasferito su carta in maniera meno immediata.

- Scrivere significa lasciare traccia di sè. E' un segno che proviene dalla propria voce interiore, si rende visibile all'altro, porta fuori qualcosa di intimo e personale, rimane per essere riletto... e ammirato. Un messaggio scritto a mano è una piccola opera d'arte perchè racconta emozioni e ne suscita altre.

- Rallentare oggi serve tanto, ad ognuno di noi. Troppo spesso non ci ascoltiamo, non ci guardiamo, non ci riconosciamo più. Il viaggio interiore è spesso lungo e difficile... ma nemmeno il più piccolo passo risulta mai inutile.

- Non è necessario instaurare una vera e propria corrispondenza vecchio stampo. Basta anche un biglietto, una lettera singola. Ma a chi? Il nipote che scrive un messaggio alla nonna, una figlia ad un genitore, una ragazza ad un'amica, ricordarsi di un parente che non si vede da tempo, oppure una lettera a chi vediamo tutti i giorni e rischia perciò di diventare un'abitudine. Immaginate, che bella sorpresa!!

Per promuovere questo esercizio che racchiude così tanto nella sua semplicità, metto  a disposizione i seguenti "strumenti":

- 20 fogli di carta da lettere decorata (formato a4)
- 20 buste bianche
- 2 set di adesivi
- 1 penna
- 1 quaderno
- 1 timbro

COME PARTECIPARE?

-  Diventare lettori fissi di questo blog, cliccando nell'apposito spazio sulla home page e scrivere come commento a questo post PARTECIPO

- Condividere il giveaway su una piattaforma social a scelta (twitter, istagram, facebook, ecc)

- Invitare, taggandole nella condivisione, 3 persone

Il giveaway chiuderà il 20 settembre. 
Assegnerò un numero ad ogni partecipante e dopo questa data estrarrò a sorte il vincitore di tutto il set. Buona fortuna e buon divertimento!