“I problemi e i conflitti che sorgono a tavola non sono
quasi mai espressione del rapporto col cibo che si ha nel piatto; sono
piuttosto indizi dello stato d’animo dei membri della famiglia, rappresentano
un barometro dell’umore familiare e del piacere di stare insieme.” Jesper Juul
Perché usare il cibo per giocare?
-La manipolazione di materiali diversi è
importantissima in questa fase di sviluppo nella quale il bambino scopre il
mondo intorno a lui. Sperimentare gli permette di accrescere il suo potenziale
cognitivo arricchito di nuove esperienze, in quanto la manualità e il tatto
sono adesso la sua primaria fonte di conoscenza. Avere “il permesso” dai
genitori per avventurarsi in attività stimolanti favorisce l’autonomia e la
voglia di scoprire. Per lui è sempre una sorpresa sentire che le manine possono
incontrare materiali duri, morbidi, lisci, ruvidi, ecc. Inoltre la manipolazione gli dimostra che può
anche agire sul mondo circostante e modificarlo a suo piacere.
-
-Cibo e ansia non vanno d’accordo! Spesso la
paura che il bambino non mangi abbastanza rovina il momento del pasto e lo
rende anzi una guerra, un’occasione rinnovata di angoscia in cui si finisce per
pregare il bambino o rincorrerlo per la casa con la forchetta. Purtroppo
l’inconscio del bambino è collegato alle nostre emozioni e le recepisce tutte.
Se per noi il suo pasto è una preoccupazione lo vivrà come un momento negativo
e quindi da evitare. Approcciare il cibo in un momento di gioco, in cui si
possa toccare, pasticciare, modellare anche senza “lo spauracchio” di doverlo
mangiare per forza, aiuta il bambino a familiarizzare ed avvicinarsi anche ad
alimenti nuovi o “odiati”.
-
- - Il cibo permette di essere creativi. Gli adulti
che amano cucinare lo sanno bene! Ma possono sperimentarlo anche i bimbi: con
alcuni cibi è possibile colorare. Non dobbiamo spaventarci per il pasticcio che
ne uscirà fuori: basta prevenire coprendo la superficie sottostante e
indossando abiti che possiamo anche sciupare un po’ (ad esempio un grembiule).

Nessun commento:
Posta un commento