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venerdì 16 settembre 2016

Tempo di inserimenti

I primi giorni di scuola sono un momento molto emozionante e carico di aspettative, sorprese, significati per tutti colore che hanno dei figli (ed anche per gli insegnanti, ma ne parleremo un'altra volta!). Ma il periodo è particolarmente delicato per le mamme e i papà dei più piccoletti, che si trovano alle prese con l'inserimento al nido oppure alla scuola dell'infanzia.


Che cos'è l'inserimento?

E' un periodo, di solito della durata di una settimana, durante il quale un genitore condivide col suo bimbo del tempo al nido o all'asilo. Il primo giorno resta con lui tutta la mattina, poi la sua compagnia va a scalare, fino a lasciarlo da solo, come sarà per il corso di tutto l'anno scolastico.

E' un'occasione fondamentale per l'ingresso del bambino nel mondo dei grandi. La presenza e vicinanza del genitore fanno da ponte ad una realtà nuova, stimolante, ricca ed anche un pò spaventosa... perchè prima era uno (o poco più) adesso sono in tanti e sconosciuti.

Piacerebbe ad ogni genitore lasciare il proprio bimbo col sorriso sulle labbra... ed è un traguardo a cui si arriva, ma spesso purtroppo c'è da passare prima dalla porta delle lacrimone inconsolabili. Quando questo accade, il genitore teme di aver sbagliato o di star facendo la cosa più sbagliata del mondo, o che quella scuola in particolare non sia adatta. Nella grande maggioranza dei casi (le eccezioni ci sono sempre), non è così. E' solo un drago da affrontare con la consapevolezza che sarà dura ma riusciremo a sconfiggerlo.

Ogni genitore si chiede: cosa posso fare per facilitare le cose? La risposta "giusta" è: farti vedere sereno e tranquillo, sicuro di quello che fai, così che il bambino sappia di poter stare sicuro a sua volta.

Il problema dei manuali di pedagogia e puericultura è che sono scritti per i bambini in generale.. ma di bambini generali non ce n'è neppure uno! Ognuno è unico e irripetibile. Quindi cosa fare? Ascoltare se stessi, ascoltare il bambino.

Come esempio, porto la mia esperienza personale di mamma, non di pedagogista. Invece di farmi vedere serena e sicura di me, non lo ero affatto, oggi ho aspettato 40 minuti prima di lasciare il mio bimbo al nido, rassicurandolo e tenendolo in braccio. Ha pianto pochissimo dopo che sono andata via ed è stato sereno. Forse, oggi, era questo di cui aveva bisogno.

Piccoli accorgimenti

- Non è possibile fingere emozioni che non si hanno, ma è possibile controllare le parole. E' meglio evitare di raccontare davanti al bambino che oggi è andata malissimo, che ha pianto, ecc. Parliamo della scuola solo in termini positivi, ad esempio "ripassando" i nomi dei nuovi amici.

- Ricordiamo che i bambini avanzano a volte con passi da formiva, a volte con passi da elefante, altre ancora fanno il granchio. Ed è tutto nella norma, è lo sviluppo

- "Sfruttiamo" il più possibile le insegnanti: poniamo dubbi, domande, confidiamo le paure ed elaboriamo insieme strategie che possano far sentire a suo agio il bimbo il prima possibile. Un buon rapporto con le maestre ed educatrici è il primo passo, sempre, quando si parla di scuola.

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